venerdì 4 gennaio 2013

I “nostri” Corpi

In questa sede faccio spesso riferimento ad alcuni dei nostri corpi che usiamo per “esistere” come manifestazione divina nel mondo materiale.
Questi nostri corpi si compenetrano e si “contengono” in un certo senso l’uno nell’altro, si circondano e, soprattutto, influiscono su tutto il nostro Essere. È decisamente impossibile dire esattamente se uno sia esterno all’altro o viceversa, infatti, come possiamo vedere più avanti nel capitolo dedicato al Cosmo, la “dimensione” e la “posizione” di tutto ciò che conosciamo, assume valori tali esclusivamente in relazione al punto dal quale vengono osservate; “interno” ed “esterno” sono concezioni legate alla logica di “questo corpo fisico” – quindi illusorio – e quindi non dobbiamo escludere a priori che possono benissimo anche non essere tali.
Che sia infatti il nostro senso della vista a proiettare il mondo che chiamiamo “esterno” – così come veniva ritenuto già nell’antichità – oppure che questi venga creato direttamente a partire dal “pensiero del nostro Sé superiore”, o qualsiasi altra ipotesi vi possiamo costruire sopra, l’unica cosa certa è che è “presente” con forme, colori e “materia” qui e ora nella nostra concezione. È il nostro mondo!
Per evitare comunque confusione su cosa si intende parlando di questi vari corpi, ecco che do una spiegazione molto sintetica di quelli sinora già citati e che entrano direttamente in contatto con i nostri sensi in modo più percepibile.



Il Corpo Mentale
È la “valle dei pensieri” – quindi delle energie più sottili a contatto con il materiale – dove vengono depositate le “memorie” delle nostre esperienze assimilate con la personificazione che stiamo sperimentando.
Qui depositiamo sotto forma di dati anche tutto ciò che apprendiamo, vuoi a livello scolastico e vuoi a livello di crescita personale, e sempre qui le nostre varie coscienze hanno lo spazio per elaborare tali dati grazie all’intelligenza e alla logica.
In questa sede le coscienze inferiori – sempre che la coscienza reattiva e l’Ego del corpo fisico lo permettano – hanno la possibilità di interagire tra di loro elaborando in modo “intelligente” le varie situazioni legate principalmente al mondo fisico, alle sue energie e alle sue reazioni chimiche; essendo però anche questo di vari livelli, dal superiore all’inferiore, qualora adeguatamente esercitato e (per modo di dire) “istruito”, in esso sussiste la possibilità di percepire anche le informazioni della cosiddetta “luce” del Sé superiore, della Coscienza originale.
Il corpo Mentale non è limitato alla zona del cervello fisico, il cervello infatti è solo un organo che, benché complesso finché si voglia, non è propriamente in possesso di una forma di “magazzino” dove contenere le informazioni, bensì con i suoi contatti funge da complesso complemento fisico alla ricezione, elaborazione e alla trasmissione del “razionale”, ecco che quindi la cosiddetta “martellata sul dito” arriva al cervello che ne manda una “forma energetica” alla mente, la quale la ritorna rielaborata a stimolare, ancora dal cervello, un impulso della “sensazione di dolore” nel dito stesso.
Nel corpo mentale trovano spazio i ragionamenti ed anche i pensieri; se i primi fanno uso dell’intelligenza delle coscienze, i secondi sono principalmente il linguaggio dell’Ego dei livelli inferiori, quindi ben lontani da una forma di pensiero che potremmo definire “elevato”.
Nel Sé superiore l’equivalente dei pensieri dell’Ego è pura consapevolezza ed energia creatrice, per questo è comprensibile che anche il pensiero nel corpo mentale possiede – comunque limitatamente rispetto a quella del Sé superiore – la capacità di usare energia creatrice. Infatti il mentale è in grado di dare una “forma” molto grezza ad un pensiero che può svanire nel nulla oppure “vagare” in un certo senso fino ad incontrare una forma simile o anche solo in “sintonia”.
Queste forme pensiero “scaturite” dal mentale potrebbero quindi portare anche all’effettiva “creazione” nel mondo illusorio, di situazioni o “cose”; la loro forza comunque è piuttosto limitata e difficilmente porta ad una effettiva realizzazione dei nostri desideri, che principalmente rivestono fattori materiali “esterni” e quindi soggiacciono principalmente al potere creativo del Sé supremo.
Quando infatti vediamo qualcosa avverarsi di ciò che abbiamo fortemente desiderato, è principalmente proprio grazie al nostro Sé supremo che, perennemente unito al tutto, ha la piena consapevolezza di ciò che ci serve, dunque non esclusivamente grazie al semplice desiderio del nostro Ego separato.
Il Corpo Astrale
Il corpo Astrale è la vibrazione emotiva che viene a crearsi attorno alla Coscienza originale per lo scambio di “dati” attivo tra i corpi fisico ed eterico ed il corpo mentale.
L’azione del corpo fisico è quindi un riflesso dell’impulso che, in Astrale, riceve dal mentale. Qualora però il corpo eterico è “pulito” e non presenta eccessivi “danni” dovuti ad un cattivo uso del fisico, il riflesso nell’Astrale è a sua volta più cristallino simile alla luce del mentale superiore – quindi nettamente di un luminoso “supremo” che percepiamo come trasparente – che non “all’ombra” del fisico (“ombra” in quanto Luce Divina “adombrata”).
Questo riflesso cristallino nell’astrale permette quindi una miglior consapevolezza generale del Sé Superiore.
Solitamente il nostro Essere “si muove” in Astrale in modo inconsapevole alla coscienza “grossolana” del nostro mondo fisico. Principalmente durante il sonno questo “corpo” si “libera” del guscio materiale per “navigare” in mari di emozioni e sensazioni sia propri che altrui, permettendo così al corpo fisico di “riposarsi” e “ricaricarsi” energeticamente.
In questa fase l’unico contatto che rimane “attivo” con il fisico è solitamente descritto dai “Viaggiatori Astrali” come un “Filo d’Argento” che mantiene appunto i “due corpi” ancora uniti.
In realtà si tratta del contatto tra i tre corpi, il fisico, l’astrale ed il mentale, ed il collegamento è l’intreccio dei Chakra superiori eterici che fondono con quelli superiori Astrali, da qui rimangono in connessione con il mentale principalmente attraverso “l’Anima” – che ne gestisce le azioni – ma con alcune influenze anche provenienti dal fisico. Infatti i “desideri”, i “piaceri” e le “necessità” del Corpo Fisico che, amplificati da un “pensiero materiale” scorrono attraverso i Chakra inferiori parallelamente a quelli superiori, purtroppo spesso ne offuscano la reale percezione di consapevolezza superiore.
Anche se i Chakra vengono contraddistinti come sette per ogni corpo, si tratta esclusivamente di un unico punto di congiunzione di differenti energie che si interscambiano caratteristiche specifiche tra i vari livelli, ed il loro “posizionamento” in sette punti diversi del “corpo fisico” dipende esclusivamente dall’illusione stessa di “possedere” realmente tale corpo fisico.
In alcuni casi comunque il nostro Essere si muove in Astrale nello stato di “veglia” ed in modo “semi-cosciente”, vale a dire mentre che il corpo fisico svolge “regolari mansioni” solitamente di una certa levatura spirituale. In questo caso l’Eterico si “espande” sempre più in un contatto semi-cosciente di vibrazione con l’Astrale, mentre il Sé in manifestazione assume piena coscienza e controllo della situazione, quindi la cosiddetta “volontà divina” che agisce quasi direttamente per nostro tramite (dico “quasi direttamente” perché è un’azione possibile solo dipendentemente dalla nostra “concessione” consapevole, per nostra libera scelta e quindi mai possibile senza la nostra supervisione attiva o senza il nostro consenso).
Solitamente la coscienza ed il controllo del proprio “corpo astrale” avviene in modo naturale grazie alla comprensione e realizzazione principalmente della sua “natura” divina, ciò può avvenire in modo spontaneo oppure grazie all’intervento di una “figura esterna” come potrebbe essere la guida del nostro “Maestro”, in questo modo quindi non subiamo più di quel tanto l’influenza delle sensazioni e delle emozioni grossolane che troviamo nell’astrale ma che sono ancora molto legate al materiale e siamo liberi di assorbire e “risvegliare” frammenti di conoscenze “profonde” in modo automatico e “naturale”.
Queste conoscenze vengono quindi “posizionate” – o possiamo dire “accese” come energie – in una parte del mentale prettamente a disposizione dell’Eterico, in modo che non se ne abbia un effettivo ricordo nel mondo fisico, ma che comunque rimangano a completa disposizione del nostro Sé dedito alla ricerca della verità. Da lì fungono da “base” per riuscire a proseguire “oltre” su ciò che viene definito “il sentiero della ricerca spirituale”, con maggior consapevolezza ed in modo più sicuro.
Forse hai già sentito parlare degli “Annali Akasici” – che non vanno interpretati come veri testi scritti e depositati materialmente chissà dove – questi sono appunto le conoscenze profonde acquisite (o forse sarebbe meglio dire “attivate”) principalmente in astrale dove si possono sperimentare particolari stati dell’essere decisamente più vicini alla nostra essenza. Questi Annali costituiscono la sola “storia del mondo” che si possa ritenere sicura. Se ne parla spesso citandoli come “Memoria della natura”, i “Registri Karmici” o “Libro di Lipika”, sono i “piani del grande architetto” che espongono la trama dell’esistenza, ma il loro nome originale più significativo è “registrazioni della luce Astrale”, il che è tutto un dire…
Se, come abbiamo visto, il “viaggiatore” spontaneo o spinto da motivi di vera ricerca interiore, non si preoccupa di mantenere “viva” l’attenzione e la memoria dei suoi “viaggi” e riesce quindi a non sovraccaricare ulteriormente di inutile peso gli altri corpi – infatti spesso le esperienze in astrale possono rispondere a nostre emozioni negative amplificandole anche in modi esagerati – il  “viaggiatore astrale” che stimola e pratica il cosiddetto “viaggio astrale consapevole”, solitamente inizia a svolgere tale attività per curiosità e con una certa “non conoscenza” di ciò cui intende partecipare. In questo caso mantiene a lungo uno stato di consapevolezza legato più al corpo fisico, visualizza e mantiene il suo “corpo astrale” molto più simile a tale corpo “illusorio” e dirige la sua immagine – la sua “controforma astrale” – a piacimento tramite la coscienza più “terrena”, invischiandosi quindi ulteriormente nell’illusione e faticando ancor più a disidentificarsi da essa: un’ulteriore zavorra che impedisce all’elevazione insomma.
Pur se nel frattempo anche questo viaggiatore “riempie le pagine dei suoi annali” senza esserne veramente consapevole, il suo modo di recepire questa dimensione è limitato ai “sensi” del corpo fisico, per esempio continua a “vedere” come solitamente vede attraverso gli occhi fisici e difficilmente si rende conto che non avendo un corpo fisico la sua “vista” è possibile in ogni direzione contemporaneamente.
Vi è infatti una notevole differenza tra la “manifestazione” che viaggia spontaneamente o sotto la guida di un Maestro, e quella che inizia a farlo in modo forzato, tale differenza è data soprattutto dallo scopo, che se da una parte è elevato e spirituale, dall’altro è materiale e più “inferiore”, spinto spesso solo dalla curiosità.
Solo dopo moltissimi viaggi e se non si lascia trarre in inganno da ciò che proietta personalmente dal fisico, il “viaggiatore curioso” riesce a percepire una maggior vastità di “panorami” ed entra nell’essenza delle “forme”, dei “suoni” e dei “colori” riconoscendosi uno con questi.
La zona dell’astrale viene solitamente identificata con il Limbo della religione cristiana, che si riferisce ad un posto transitorio esistente in attesa della “risurrezione del Cristo” o “in Cristo”. Ciò è molto simile alla realtà in quanto si tratta della “zona” di “sospensione” dove in molti casi le “Anime” – o emozioni animate – si trovano bloccate in quanto non ancora “pronte” a proseguire il loro cammino di crescita o di ritorno verso “casa”.
Come già spiegato poc’anzi, queste “Anime” sono sotto l’influenza del Corpo mentale più “materiale” e possono non riconoscere tale possibilità di “resurrezione in Cristo” rimanendo transitoriamente “prigioniere” nell’Astrale continuando a “soffrire” – o forse è meglio dire a “stimolare” le emozioni della sofferenza – anziché tornare con miglior consapevolezza nell’illusorio oppure, a seconda del caso, ricongiungersi definitivamente alla luce.
Nell’astrale definiamo la nostra manifestazione, quindi “noi stessi”, qualitativamente: prevalentemente divini oppure legati all’illusione.
Il Corpo Fisico
Questo corpo è la prima immagine che solitamente ci viene alla mente quando parliamo di “noi” inteso come personificazione o incarnazione, è ciò che vediamo riflesso allo specchio, anche se in realtà è solo la sensazione (anche se sarebbe meglio dire l’illusione) della materia a contatto con l’energia, emanata dal nostro desiderio elementale personale, che ci “crea” questo aspetto in cui solitamente ci identifichiamo.
La costituzione principale del corpo fisico di un’incarnazione è vista come un agglomerato di materia che si presenta sotto varie consistenze, principalmente come liquido, poi, con l’evolversi dei vari mezzi di analisi vengono identificate varie altre sottostrutture come l’atomo che a sua volta è composto da neutroni ecc. ecc.
In poche parole però il corpo fisico è il “veicolo” che il Sé utilizza per interagire “nel” mondo che ha creato con la sua consapevolezza e con il suo “pensiero creativo”. È il mezzo con cui riesce ad avere l’impressione di essere un’entità separata dal tutto (e in questo ci riesce molto bene), ciò non toglie che necessita delle nostre cure e della nostra attenzione, è nostro compito quindi nutrirlo principalmente dall’interno con la nostra “energia” pulita e “dall’esterno” con sostanze pulite e “sane”. Queste cure devono essere effettuate con dedizione proprio come riconoscimento del compito che esso svolge.
Anche se alcuni lo vedono come “causa di peccato” e preferiscono infliggergli supplizi vari proprio con l’intento di estraniarsi da esso, questo “veicolo” è la dimora provvisoria della nostra consapevolezza, è ciò che stimola ad una certa disciplina che ci fortifica nell’essenza e soprattutto è proprio ciò che ci permette di sperimentare totalmente il nostro Essere proprio facendocelo scoprire dopo l’illusione di non “esserlo”.
Durante le varie esperienze che si possono avere nell’astrale e nel mentale spesso ci si “crea” un’immagine simile a questo corpo in quanto la nostra mente fatica a riconoscerci in qualsiasi altra forma. Una volta riconosciuta però la sua “realtà” ci sarà più facile anche sentirlo all’interno della nostra consapevolezza e non solo esternamente, vale a dire che è possibile “contenere” il corpo espandendoci attorno ad esso, anziché sentirci “relegati” al suo interno.
Il Corpo Eterico

È il Corpo che emana l’aspetto del fisico verso gli altri corpi fisici, quello che, in un certo senso, forma una sorta di “campo gravitazionale” attorno alla nostra essenza e mantiene unite le varie particelle di materia che formano il corpo “fisico”, ponendo così un apparente “confine” tra una manifestazione e ciò che la circonda.

Si dice infatti “di aspetto etereo” quando si vuole descrivere una persona che emana “evanescenza” o spiritualità, in effetti in questi esseri la materia che forma il loro corpo fisico non è così “forzatamente” compressa su se stessa, tanto da permettere il “trasparire” di una parte della luce, il riflesso, di ciò che è la nostra parte più divina.

Nell’induismo per esempio si rappresentano le divinità con la carnagione di colore azzurro in quanto questo è il colore che contraddistingue l’etere… quasi una trasparenza del corpo fisico data la loro elevata spiritualità, quindi grazie proprio al loro “non” riconoscersi propriamente nel fisico ma maggiormente nei livelli superiori.

Se da una parte è il più a diretto contatto con il “Corpo Fisico”, da un’altra è quello che dispone delle più alte fonti di ispirazione del nostro divino Sé, è l’Essenza base di tutto il mondo materiale.

Nell’Eterico si muovono anche le Auree, che sono il prodotto dell’interscambio energetico tra i vari corpi. Più un corpo è centrato attorno alla sua pura essenza e più quest’aura emana armonia nella disposizione dei vari colori, si espande anche più “ampiamente” rispetto al fisico quasi a “fondersi” con tutto ciò che la “circonda”.

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