venerdì 4 gennaio 2013

L’Azione creativa del nostro Essere

Ogni giorno c’è una sfera d’esistenza da creare.
Ogni giorno” è una sfera d’esistenza da creare.
Ogni giorno è!” Una sfera d’esistenza da creare.
Ogni giorno è una sfera”, l’esistenza da creare.
 

Invero sappiamo sempre cosa dobbiamo fare e lo facciamo, anche se propriamente non ne siamo pienamente coscienti e consapevoli.

Cosa facciamo?

Semplicissimo: “essendo” noi creiamo ed accresciamo continuamente la nostra Essenza, non intesa naturalmente come risultato di un “distillato” del nostro essere, ma all’opposto proprio ciò che causa il nostro essere.

Ciò accade esattamente come per la foglia citata poc’anzi – e apparentemente esistente a se sull’albero – che interagisce inconsapevolmente con tutti gli altri elementi a creare il proprio “ciclo” esistenziale, che comprende comunque anche le “altre” foglie, per godere nel miglior modo possibile dell’esistenza in questo mondo.

Perché questo “essere” in modo “semplice e pieno”, funziona così bene in tutto il creato che ci è noto, ma abbiamo l’impressione che non funzioni allo stesso modo perfetto anche con l’essere umano?

Ciò che principalmente funge da ostacolo a questa “perfezione” è purtroppo proprio ciò che invece dovrebbe mostrarcela e farcela comprendere in modo più palese, vale a dire la nostra cosiddetta “intelligenza” superiore.

Essendo appunto un’intelligenza superiore, come “umani” abbiamo molta difficoltà nel vedere la stessa intelligenza nel nostro prossimo o in tutto ciò che ci circonda; tendiamo piuttosto ad avvalerci del privilegio della supremazia soprattutto sui nostri simili e non solo sulle “manifestazioni ausiliarie” che fanno parte del mondo minerale, vegetale o “animale”.

Come troviamo descritto un po’ più dettagliatamente nel capitolo della Coscienza, quando noi – con la forza creatrice del pensiero del nostro Essere divino – creiamo la nostra forma “umana”, la dotiamo di vari corpi con lo scopo appunto di sperimentare ciò che in realtà “non siamo”, e così facendo perdiamo, nella maggior parte dei casi, il contatto cosciente con il nostro vero Essere Divino, “Essenza” peraltro presente in tutta la “nostra” creazione.

Non avendo una profonda consapevolezza di questo contatto diretto con il nostro Essere superiore, riordiniamo le varie esperienze personali – purtroppo non solo le nostre ma spesso anche alcune “altrui” che non ci dovrebbero concernere – e ci costruiamo un “corpo mentale” corrispondente.

Questo corpo mentale stimola la nascita di “pensieri creativi” i quali sono però a loro volta maggiormente legati al mondo illusorio della materia e quindi, se così si può dire, caotici ed incoerenti rispetto al pensiero creatore del Sé superiore originale.

Oltre al “disordine” e le spiacevoli reazioni che si manifestano nel mondo fisico sotto le più svariate “forme”, le guerre, l’inquinamento, lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali eccetera, questi pensieri agiscono anche sui corpi più sottili – come ad esempio l’astrale, dove vengono stimolate le sensazioni emotive – causando non solo piacere o gioia (seppure effimeri), bensì anche il dolore ed ogni emozione “spiacevole” che incontriamo qui e ora e che riteniamo erroneamente di “subire” passivamente.

In “qualsiasi” Qui e Ora riusciamo a creare il nostro mondo in modo perfetto, ma appena ci soffermiamo a “pensare” in qualità di “incarnazione” anziché di “Essenza divina”, subentrano a centinaia i campanelli d’allarme dei nostri Ego che bloccano lì un entrata, là un’uscita e via dicendo, influendo sul risultato della nostra “creazione perfetta” facendocelo apparire come un fatto da “subire” piuttosto che da “gestire”.

Grazie alla sperimentazione del nostro Essere a contatto con i vari Ego che risiedono nei diversi livelli che compongono il “corpo umano” – quindi il corpo materiale, l’eterico, l’astrale, il mentale, l’atomico, il sub-atomico eccetera eccetera eccetera – ci è possibile riconoscerli e “ripulirli” dalle impurità illusorie che ne ostacolano la “visione” sulla realtà.

Questa sperimentazione è accessibile ad ogni manifestazione in modo diverso, a dipendenza appunto del tipo di “condizionamento” con cui abbiamo rivestito i nostri vari corpi; può essere raggiungibile tramite una preghiera, tramite una pratica yoga o la semplice meditazione, persino con altri mezzi a disposizione che potremmo anche ritenere impossibili, tutti comunque mezzi dove si ha la sensazione del puro amore incondizionato.

Se veramente vogliamo giungere a questa meravigliosa sperimentazione dobbiamo solo “chiederlo”, niente di più facile, ciò infatti ci predispone a ricevere la “risposta” che ci giunge senz’ombra di dubbio e spesso in modo così naturale da ritenerlo quasi troppo semplice.

Come riconoscere la giusta risposta e non confonderla con quelle che i nostri Ego cercheranno di farci “riconoscere” con “effetti speciali”? Non dobbiamo preoccuparci di ciò, la risposta è quella che ci farà sentire Uno con il Tutto, ci farà vibrare d’amore e ci farà sentire in ogni singola “particella” quanto sia stupendo “Essere e basta”. Può essere la frase di una canzone o di un libro, le parole di un amico o di un “nemico”, lo sguardo di un animale o il soffio del vento; Non c’è limite alla manifestazione che il nostro Sé superiore sceglie per comunicare con la nostra consapevolezza.

Quando abbiamo sperimentato tale situazione, non è facile in seguito riuscire a rimanere sempre “separati” dai nostri corpi ed osservarli dal nostro vero “Essere divino”, molto probabilmente ciò è persino impossibile, ma quando vi riusciamo anche solo per alcuni brevi attimi, i nostri corpi subiscono un netto cambiamento e ci riconoscono la supremazia ripagandoci con gioia e benessere illimitati. Se comunque ciò non accade va bene lo stesso: che “noi” lo sappiamo o meno siamo comunque divini.

Nella fase di “contatto” con il nostro “Essere divino” disponiamo di poteri illimitati, poteri che comunque sono esclusivamente rivolti ad “azioni” costruttive della perfezione che ci contraddistingue. Sono poteri legati alla volontà divina, all’amore divino e al divino pensiero, è quindi impensabile essere “divini” e disporre di “poteri divini” per poi usarli per scopi “non divini”; in parte usiamo già alcuni di questi poteri inconsapevolmente ed in modo inadatto, per questo – grazie al nostro pensiero “corrotto”, ma non per questo “sbagliato” – creiamo e attiriamo situazioni nella nostra vita che ci fanno soffrire in quanto non sono prettamente consone al regolare percorso che stiamo intraprendendo.

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